Reviews

September of The Broken Hearts EP (2010)

Komakino

ENG
Bandage are a power three-piece from Novara, northern Italy, – Their previous demos were already pretty interesting, – this new EP is definitely brilliant and ready for a wider audience, – sometimes enthrilling like Motorpsycho‘s 90s indie pop vein, or Sebadoh‘s one as well.

But they are from Italy. So sad for them. I can’t count how many good Bands we’re sacrificing downhere through the years waiting for something to happen.
Anyway.
Beautiful sharp male vocals, vibrations of noise rock and alternative pop epiphanies, elegant writing and phrasing, now wilder (Lokum’s ride and rage), then more spiritual (Riverman), even ambitious somehow (EP’s title-track, loaded with genuine excitement indeed), – a good balance of rhythm guitars and distorted – yet under control – sounds, – it is a real pity it is only four tracks, because all looks like being part of a missed full-lenght plan.
Last but not least, – this record is under Creative Commons license, so, feel free to free-download it, or donate, – just buy it.
ITA
I Bandage sono un power trio di Novara, – i Loro precedenti demo erano già materia di interesse qui, – e questo nuovo EP è definitivamente brillante e pronto per una audience più ampia, – tant’è che qua e là suona eccitante quanto quella vena indie pop anni 90 dei Motorpsycho o perchè no, i Sebadoh.

Ma sono italiani. Poveri loro, poveri noi. Non so quante altre buone Band dovranno ancora sacrificarsi nei prossimi anni prima che le cose cambino, e se cambieranno mai.
Comunque sia.
Bello il cantato di lui, spesso tagliente nei toni, – poi vibrazioni di noise rock e illuminazioni alternative pop, scrittura e fraseggi mai a caso, ora selvaggi (la corsa e la rabbia di Lokum), ora più spirituali (Riverman), capaci anche di essere ambiziosi (la title-track dell’EP, veramente carica di genuina adrenalina), – un buon bilanciamento di rhythm guitars e suoni distorti (ma sempre sotto controllo), – insomma, un vero peccato che siano solo quattro tracce, perchè tutto pare come far parte di un LP mancato.
Last but not least, – il disco è sotto licenza Creative Commons, quindi sentiteVi liberi di scaricarlo gratuitamente, o fare un’offerta, o acquistarlo, – dipende da Voi.

http://www.inkoma.com/read.asp?id=3131

ROCKIT

“September Of The Broken Hearts” è un bel disco. Pur essendo un lavoro molto breve – di sole quattro tracce e della durata complessiva di circa quindici minuti – e pur non costituendo niente di particolarmente innovativo, la sua eleganza e la sua sobrietà non possono fare a meno di lasciare una buona impressione nell’animo dell’ascoltatore. È la stessa sensazione che si avverte quando ci si trova di fronte ad un oggetto d’artigianato ben riuscito: sai che non è un quadro di Matisse e che non sarà mai quotato, ma ne apprezzi comunque le fattezze e ne stimi il creatore. Ecco, il trio novarese Bandage è riuscito a produrre qualche cosa di simile: quattro canzoni agili, leggere, ben costruite, in cui un’anima melodica e riflessiva si incrocia proficuamente con un approccio più noise/hard rock. I due pezzi meglio riusciti, in particolare, sembrano essere la title track d’apertura, segnata da linee vocali dolci su cui si innestano improvvise “schitarrate” in stile Who, e la traccia conclusiva “Riverman”, brano dai toni più beat, che dà il meglio di sé sul ritornello – piacevolmente orecchiabile – e che ricorda certi pezzi pop-melodici degli ultimi Red Hot Chili Peppers. Provate per credere: dal sito del gruppo (Bandagerock.net) è possibile scaricare il tutto gratuitamente.

Andrea Costantini

KATHODIK.IT

Bandage ‘September Of The Broken Hearts’

(Autoprodotto 2010)

Nuovo lavoro per i piemontesi Bandage, che due anni dopo il loro ultimo cd pubblicano questo Ep di quattro brani, consolidando la loro indole indie-pop. Il background musicale che si evince da queste quattro tracce è quello del miglior indie-pop di matrice Usa, incostante e ben sospeso tra armonie e momenti molto caldi, quasi infiammati. Una rilassata, ma monocorde, ballata come Fan Tom diventa sempre più vibrante ed accattivante oppure la schematicità di Riverman è talmente convincente che sembra suonata dai Wilco insieme a Tom Petty.
Un ottimo ritorno che speriamo preceda un full-leight.

Vittorio Lannutti

EXTRA! MUSIC MAGAZINE

September Of The Broken Hearts
2010
CD autoprodotto
Daniele Bagnol
Se qualcuno avesse voglia di assaporare appieno l’autunno, camminare lungo viali spogli, sentire il vento che scuote i rami e schiacciare le foglie secche che scrocchiano come Crik Crok (che goduria che si prova), consiglio di aggiungere anche l’ascolto di ”September of the Broken Hearts”, ultima fatica autoprodotta in formato EP dei novaresi Bandage.
Si tratta di una brezza leggerissima di quattro brani per poco meno di diciassette minuti, praticamente il tempo di una puntura, che però bastano a dimostrare il vigore e la passione di questo “power-trio”, si dice così ormai.
Vivisezionando l’EP, questo segue due strade diverse ma ad incastro fatte di melodie pop e acide, noise e rock, semplici e aggressive: tra i due percorsi, giudizio personale, i Bandage dimostrano qualcosa in più quando tengono il freno a mano tirato, più bucolici e soft ma non troppo zuccherosi.
“September of the Broken Hearts”, canzone d’ apertura, potrebbe essere un bel biglietto da visita sulle capacità musicali e vocali della band, con quell’ aria da polaroid sbiadita dal tempo che passa; una menzione particolare per “Riverman”, la migliore, che suona molto noise, e fa centro con il motivetto che sorregge un bel riff.
I due brani centrali sono invece più grezzi, in stile Dinosaur Jr.: “Lokum” è un graffiante sonetto indie-rock con schitarrate da ko ed accelerazioni vocali oltre ad una intro tarantiniana degna di nota, mentre con “Fantom” ci si potrebbe sbizzarrire in un virulento headbanging a ritmo di chitarre heavy.
Chiunque volesse contestare questa recensione può farlo liberamente, stavolta non ci sono scuse: il disco è in free download su www.bandagerock.net sotto licenza Creative Commons.http://www.xtm.it/DettaglioEmergenti.aspx?ID=10944

Nerds Attack!

Due anni dopo (leggi) torna il trio novarese dei Bandage. Quattro brani a comporre un EP che speriamo sia apripista-antipasto-promemoria per un nuovo-imminente percorso “completo”. E’ forte, viva, profumata, ancora e per fortuna presente nel sound della band la matrice indie americana. Dove quella parolina (”indie”) non è accostabile alle molte quotidiane scelleratezze made in UK ma è invece da affiancare alla più nobile tradizione indipendente. Dai primi anni ‘80 certo ma soprattutto nelle (dis)solvenze della decade successiva. Abrasivi quanto i mai dimenticati Afghan Whigs. Diretti, lucidi e “puliti”. [****]

Emanuele Tamagnini

http://www.nerdsattack.net/?p=19049

Can’t Find (2007)

Komakino

ENG
I’m new to Bandage, from Novara, northern italy, – while i just come from reading They’re making Music since a decade, – blame on me, – btw now They’re out with a new release, Can’t Find, featuring 4 songs from previous Things Happen (2005, self prod.) and 4 new tracks: as coordinates i might talk of Screeming Trees, as well as about more stoned Husker Du, – Bandage are not easy to label, – and if i said just psychedelic rock, – that might be confusing: They seem to follow some conventional pop structures although the music surface’s often wracked by noisy and bitter guitars patterns and solos (the eleven mins trip of Radio Breakdown, or Wrinkles), – songwriting is both sober and exploratory of the underground / alternative pop schemes, – the bluesy warm male vocals well accentuate Their crescendo. – Last: the sombre sound production doesn’t do justice to Their cause.
ITA
Sono nuovo ai Bandage, da Novara, – mentre leggo invece che Loro sono in giro a far Musica da quasi una decade, – chiedo venia, – in ogni modo ora sono in attivo con una nuova uscita, Can’t Find, dove figurano 4 canzoni dalla precedente autoproduzione Things Happen (2005), e 4 nuovi pezzi: come coordinate potrei citare Screeming Trees, o dei più riposati Husker Du, – i – Bandage non sono cmq facili da etichettare, – e se dicessi giusto psychedelic rock, potrebbe essere riduttivo: sembrano seguire strutture pop convenzionali sebbene la superficie musicale sia spesso spezzata da pattern e solo di chitarra rumorosi e amari (gli undici minuti di viaggio di Radio Breakdown, o Wrinkles), – dove lo stile è contemporaneamente sobrio ed esploratore di schemi pop underground/alternative, – poi la voce calda blueseggiante del cantante ben accentua i Loro crescendo. – In ultimo, unica macchia: la produzione delle tracce è un pò plumbea nei suoni, – questo non rende giustizia alla Loro causa.

www.inkoma.com

Rockit

Trio di Novara, i Bandage escono con il loro nuovo disco per l’etichetta romana Peteran Records, datato 2007, che si propone con quattro pezzi inediti e altrettanti già sentiti nel precedente album. Sulla scena da quasi 10 anni già con tre dischi all’attivo, i Bandage si impongono con un album più corposo e meglio costruito dei precedenti, anche se produzione e registrazione non sono delle migliori. “Can’t find” ha sonorità post-grunge con sfumature indie. La title track dimostra tutta l’anima rabbiosa del lavoro ma sempre mantenendo un equilibrio con la parte melodica. L’atmosfera più introspettiva e cupa del gruppo si sente in “Baru baru”, densa e trascinata dalla voce di Nicola Di Marzo. Dei pezzi importati dal precedente disco, “Things happen…”, “Wrinkles” è sicuramente il più incalzante e si differenzia per l’immediatezza nell’ascolto.
I Bandage si tuffano così nel calderone di un genere parecchio sentito negli amplificatori di molte band, confezionando però un disco di personalissimo e originale grunge, esplosivo, furente e incazzato. (07-04-2008)Diego Ferreri
http://www.rockit.it/

Mescalina

Per i novaresi Bandage “fare grancassa” significa riprendere gli ingredienti di quelle amate/abusate leccornìe d’America che dalla Washington DC dell’era grunge colano a picco fino agli “around 70s”, rimpastarle aggiungendo capsaicina e idee e sposarle ad un buon calice di distorsioni avanzate, senza sensi di colpa. Tutt’altro. Esibiscono virtù soniche e cifre stilistiche terapeutiche che, nonostante acciacchi e contusioni, passano di larga misura lo standard del “necessità”, doganale aggettivo per scrivere righe.
“Can’t Find”, uscito per la romana Peteran Records, è un disco strutturatamente ben guidato, ansioso e mordace, che ruota attorno alla peculiarità della perdita dell’innocenza sonica intesa come abbandono del futile e risveglio “dell’anima balorda”, dello spirito “scapestrato” che rende consapevoli saltando, urlando e spesso lacrimando.
In ottimo stato di salute il wall of sound, audace nelle scorrerie da pogo (“Dancing with the President”), empirico nelle melodia Vedderiana epica (“Baru baru”), fragilissimo in punta di plettro prima e poi arroventato nella superba “All the shivers”), taglia netto il limbo dei 70s (“Can’t find”) dal tocco acid dei Buffalo Springfield, Grateful Dead, Jefferson Starship fin dentro all’ammollo happy-surfing californiano (“Bagpipes”).
Talentuosa la texiture dei riff e dei solos, esibiti con la fierezza ibrida dei buoni spunti che fanno perdonare una marcatura vocale troppo stretta al Vedder di Jeremy, ma ditemi chi non si appoggia ad un “parente stretto” nell’underground circuit!!
I Bandage from Novara, checchè se ne dica, si destreggiano eroicamente bene, sono di casa nel prezioso dizionario del rock d’oltreoceano, hanno un’estetica sonora che impatta al primo aggancio e, una volta rigenerato qualche vuoto comprimente di tenuta di voce, ingrossata qualche esilità di poco conto, torneremo ancora a parlarne entusiasticamente. Ci sarebbe qualche cosa da dire a riguardo della produzione, ma, piaciuto il suono, del resto chi se ne frega!Massimo Sannella
http://www.mescalina.it

Gufetto

GENERE: indie-rock
MIGLIOR BRANO: Baru Baru
ASSOMIGLIA A: –
VOTO (0-10): 6.9
ETICHETTA: Peteran Records
ARTICOLO DEL: 27/03/2008Quanta rabbia si può arrivare a trattenere prima d’esplodere?
Quanto il dolore che un’emozione abortita riesce a creare.
Nella voglia (che nasce) d’un luogo fumoso saturo di “caos educato” nonché di piacevoli volti, ascolto rabbia ammaestrata dare mostra di sé attraverso un Cd.
Sono i Bandage da Novara ed il loro quarto lavoro è “Can’t Find”.
Un disco che di rumore e pathos è ghiottamente zeppo.
Musica, in una delle sue più nobili forme, nasce dal cuore “ed esterna”.
Insozzato come un bimbo che ha appena scoperto quanto sia bello sguazzare nel fango, che senza alcun rispetto per gli indumenti acquistatigli, s’abbandona alla gioia della spontaneità.
Superfluo parlare del lato produttivo e della qualità di registrazione (quest’ultima nemmeno troppo negativa), perché i Bandage meritano attenzione per quello che sono e non per come dovrebbero (e chi lo dice poi come si “dovrebbe”?! n.d.a.) apparire.
Una buona produzione e migliori fonici, sicuramente, non tarderanno ad arrivare.
Altra nota personale: dannato italico inglese.OMar
http://www.gufetto.it

Nerds Attack!

BANDAGE [Can’t Find – Peteran Records 2008]
Psycho noiseQuarto disco per i Bandage, di cui però ignoravo, a mia colpa, l’esistenza. Il disco è per metà autoprodotto e per metà esce per la Peteran Records di cui avevamo già recensito i soleggiati False Friends. I Bandage invece hanno ascoltato altri dischi, altri suoni. Metterli tutti nel calderone è inutile, così come è inutile parlare di indie rock, che significa tutto e nulla, ma ecco, diciamo che gruppi come gli ultimi Husker Du e i Motorpsycho, devono aver girato parecchio nel lettore di questi ragazzi di Novara. Il disco presenta solo un lieve difetto che è quello della produzione forse un po’ bassa e sporca perchè per il resto c’è di che essere soddisfatti. All’interno del loro rumore c’è sempre una melodia, sia che siano le chitarre a costruirla, come nella strumentale e inziale ‘Dancing With The President’, sia che tocchi alla voce nella seguente ‘Baru Baru’, canzone dai toni amari e neri. Tono amaro che proseguirà per tutto il disco tanto che ‘All The Shivers’ ha un ritornello quasi disperato. Ma la forza dei Bandage sta nella musica, eclettica, viscerale, rumorosa, elettrica, sentita, cruda e semplice allo stesso tempo. Otto brani eccelsi, senza nessun riempitivo. Peccato, come detto, per la produzione.Dante Natale
http://www.musicaroma.it/nerds/

Rock Action

Forti della loro esperienza decennale, durante la quale si sono distinti con tre autoproduzioni, i piemontesi Bandage arrivano allo loro prima pubblicazione per una label, la romana Peteran Records.
A dire il vero “Can’t Find” non è totalmente un nuovo album perché, ai quattro nuovi brani che ne caratterizzano l’apertura sono stati aggiunti altrettanti pezzi che componevano il precedente ep dal titolo “Things Happen…” del 2005.
Poco importa ai fini dell’ascolto perché il trio si mostra pienamente all’altezza della situazione, riuscendo a produrre un buonissimo suono d’insieme grazie ad uno stile ben preciso fatto di rock pungente e approccio concreto. Caratteristiche che fin dall’open-track, lo strumentale Dancing With The President, emergono in maniera netta e decisa. L’episodio meglio riuscito è sicuramente il brano che dà il titolo all’intero lavoro; quasi otto minuti all’insegna di un rock spigoloso, essenziale, coinvolgente. I pezzi vecchi risultano un tantino sotto tono, indizio che evidenzia ancor più i progressi compiuti dalla band in questi ultimi periodi.
Alla base del suono dei Bandage ci sono il dinamismo del drummer Pierpaolo Chiarelli e le vibrazioni bassistiche di Eugenio Lo Bello, ma al vertice di questo triangolo c’è indubbiamente la chitarra tagliente, trascinante, dall’inconfondibile sapore settantiano di Nicola Di Marzio e soprattutto la sua voce ruvida e d’impatto, dalla timbrica vicina al miglior Eddie Vedder.
Un ottimo punto di partenza dunque, dal quale possono prendere vita interessanti linee di sviluppo per realizzare, a breve termine, un qualcosa di più complesso ed incisivo.
Voto: 6.5Roberto Paviglianiti
http://www.rockaction.it

Troublezine

Ancora Peteran Records tra i miei fogli, questa volta con un disco non propriamente nuovo di zecca, bensì precedente l’estate 2007 ed a firma Bandage. Se per i recentemente recensiti ( brrr che giochino di parole ) False Friends lofideliche esplosioni avevano titillato i miei sensi, questa volta meno plausi e meno applausi mi sorgono da dentro. Il trio novarese è bravo e si sente che viene dalla gavetta ma il loro sound a metà strada tra Pearl Jam ed Incubus alla lunga stanca. L’inizio sarebbe potuto essere stato anche buono, se qualche vibrazione vocale avesse allietato l’opener Dancing With The President, o altrimenti la si fosse ridotta, anche perché la seguente Baru Baru è decisamente ben costruita. La noia però, si sa, è l’ultima a morire quindi le linee si appiattiscono in ben poco tempo. Un disperato calcio alla gabbia lo provano a dare Wrinkles con il suo ritmo a tratti quasi baggy, e Bagpipes ma non è sufficiente per spezzare le fasi di stallo che sovente si vengono a creare nell’ascolto. Bisogna che ci si lavori su ancora un po’.Salford
http://www.troublezine.it/

Onda Alternativa

Dopo tanti anni dietro gli strumenti, i Bandage riescono a creare un disco ben strutturato e dai suoni accattivanti. “Can’t find” esce per la Peteran Records in un periodo d’oro per l’indie e le sonorità post-grunge, sulle quali la voce di Nicola Di Marzo ricama ballate e pezzi movimentati. I brani sono ben incastrati anche se, navigando tutti su atmosfere abbastanza cupe, rischiano di annoiare. Pierpaolo Chiarelli da dietro le pelli riesce a infondere dinamicità ai pezzi svolgendo un egregio lavoro nella scelta dei groove che, accoppiati alla chitarra di Nicola, sprizzano gocce dal color fumo di Londra.
Fin dal primo pezzo “Dancing with the president”, strumentale, si può apprezzare l’atmosfera indie che viene abbandonata in “Baru Baru” per sonorità più da Pearl Jam. A canzoni calme come “All the shivers” e “Bagpipes” si contrappone “Can’t find” energica e rumorosa al punto giusto per essere classificata in un grunge apprezzabile anche da orecchie ignoranti. Nella parte finale della canzone le sei corde, dopo un arpeggio triste e sconsolato, vengono pompate dalla batteria martellante in un assolo al limite con lo psicadelico.
Ottimo disco, un po’ annacquato avvolte ma che esprime tecnicamente e stilisticamente un genere difficile da trattare senza cadere nello scontato. Bisognerebbe asciugare qua e là le poche sbavature dovute ad un eccessivo dilungarsi su alcune tracce e poi il gruppo sarebbe pronto per volare, direzione? Seattle o Londra ai Bandage l’ardua sentenza.Enrico D’Amelio
www.ondalternativa.it

Extra! Music Magazine

Il nuovo disco dei Bandage esce a distanza di due anni dalle self production di “Things Happen” e di cinque anni da “Red cd” del 2002, mentre l’album di esordio, sempre autoprodotto, porta il nome del gruppo datato 2000.
Nicola Di Marzo (chitarra e voce), Pierpaolo Chiarelli (batteria e cori), Eugenio Lo Bello (basso), fondano i Bandage nel 1998. Il talento del trio novarese viene fuori però solo con “Things Happen”, uniti dall’amore per il grunge degli anni novanta, le loro origini affondano nel rock psichedelico degli anni ’70, nei Marlene, Stooges, Cure, Sonic Youth, Dinosaur Jr, Motorpsycho, Fugazi, Neil Young & Crazy Horse, Screaming Trees, John Frusciante, 3 Mile Pilot, Jimi Hendrix, Varnaline, Joe Leaman, Sonic Youth, Sebadoh, The Beatles, Husker Dü, per dirne alcuni.
La Peteran Records, la net label che distribuisce musica in Europa e in America attraverso canali indipendenti, si è incarcata di dare eco all’ultimo album dei Bandage, “Can’t find”, otto tracce di sano rock dal suono pulito, chitarre distorte e melodica miscela di testi in inglese con un leggero riverbero, ottimi giri di basso amalgamati al tempo della batteria raffinata di Pierpaolo Chiarelli. Can’t Find segna di sicuro il passaggio, la svolta per il gruppo che può svestire i panni dei dilettanti per indossare quelli di chi ha fatto della musica una professione. “Dancing with the President” è interamente strumentale, un brano notevole, a mio avviso è la punta di diamante dell’album insieme a “Can’t find”, ma anche “Baru Baru” è una piacevole ballata.
Alcuni brani sono ascoltabili dal loro sito ufficiale http://www.bandage.altervista.org, altri ascoltabili e scaricabili dal blog my space http://www.myspace.com/bandagesimplerock, io vi consiglio di acquistare anche gli album precedenti, in particolare Things Happen e di seguirli con attenzione perché questi ragazzi faranno strada.Antonio Merone
http://www.xtm.it/

Indie-Zone

Dopo 3 autoproduzioni e quasi dieci anni di attività i Bandage, power trio novarese, si accasano alla Peteran Records e fanno uscire questo Can’t find. Dancing with the president, traccia strumentale con cui si apre l’album, è un pezzo grintoso ed accattivante, ma da lì in avanti si stenta a decollare: fra sonorità post-grunge e pezzi a volte esageratamente dilatati si fatica a trovare qualcosa che ridesti pienamente l’attenzione. Buone idee vengono oltretutto sminuite, come il finale della title track che avrebbe meritato un maggior approfondimento in un pezzo a sé stante. Can’t find suona vecchio, sia nei suoni che nella composizione dei pezzi: occasione mancata?

www.indie-zone.it

SOWdust

I Bandage sono una band con un esperienza quasi decennale, e con can’t find sono alla loro quarta produzione, di cui le prime tre autoprodotte.
Queste otto tracce puntano indubbiamente molto sull’ atmosfera che riescono a creare, in alcuni casi molto nebbiosa ma che non risulta mai pesante o noiosa all ascolto. Influenze chiaramente provenienti da un certo tipo di rock degli anni 70, ma che non prevalgono sulle idee compositive, in cui ci sono molti spunti personali e le canzoni risultano piacevoli e originali ma forse troppo chiuse nel genere in cui rientrano.
Un disco consigliato a chi cerca un gruppo a cui dedicarsi con attenzione e non ad un ascolto superficiale.Massimo
www.sowdust.it

Keep On

Nel 2005, all’epoca della sua uscita, il fantomatico Mr. Th. sulle colonne del nostro sito così recensiva Things Happen…, terzo Ep autoprodotto dei Bandage:
“…le cose succedono… succede ogni tanto di ascoltare un CD pieno di rabbia, ricco di ritmiche rock coinvolgenti e carico di atmosfere ipnotiche…succede ogni tanto… beh, questa volta è proprio successo! . Chi ascolterà questo lavoro dei Bandage non potrà non essere d’accordo con me. La melodia di Bagpipes, l’intro e il tema di Radio breakdown sono cose da non perdere. Raccomando di non sforzarsi in paragoni con altre band ma di soffermarsi sull’originalità del CD, ottima miscela del repertorio dei Bandage. Il mio parere su Things Happen… è: venti minuti di talento“.Adesso quell’Ep è racchiuso in questo primo disco ufficiale della band novarese, Can’t find, distribuito dalla romana Peteran Records, che contiene altri quattro pezzi nuovi di zecca registrati ad inizio anno. Tracce che confermano lo stato di grazia e l’altissimo livello del songwriting dei Bandage. Con una semplicità e una naturalezza da rimanere davvero senza parole!Lasciatevi coinvolgere allora da quel fantastico pic-nic sotto un sole indie rovente che è Dancing with the president oppure andate in gita nella West Coast evocata dalla title-track con il rischio però di annegare sull’ondoso e devastante finale noise-psichedelico.

E anche quando c’è da abbassare i volumi e mostrare la classe, ecco sbucar fuori per un minuto una chitarra acustica e una voce così profonda ed intensa da dare davvero i brividi nella commovente All the shivers.

Ma i Bandage che preferisco sono quelli di Baru Baru: intro devastante che rallenta sul surf-noir della strofa… si sbanda poi verso il solare ritornello melodico che si adombra nuovamente per inabissarsi, infine, nell’oscurità. Il bianco e il nero che magicamente si intrecciano in una fitta tela di suoni… Senza che in tutto questo via vai di note si perda il senso del pezzo e della melodia! Loro continuano a definirsi simple rock ma qui di semplice c’è solo la naturalezza con cui riescono a scrivere pezzi del genere…

Mr. Th. aveva visto giusto! I minuti di talento raddoppiano anzi vanno sempre più avanti! Un disco meraviglioso, maturo e consapevole che farà la gioia di tutti gli amanti del vero indie-rock. Non perdeteli!

Tex
www.keepon.it

Things Happen…(2005)

The Other Soundz

Avrei dovuto parlarvi di questa band già da un pò, ma lo sapete, sono uno sfaticato!
I Bandage sono un terzetto di Novara con il classico assetto basso, chitarra, batteria… e la loro musica la si può tranquillamente definire rock classico.
Ma è d’obbligo andare oltre l’etichette e la facciata, e qui viene il bello!

Ascoltando il loro ultimo EP, Things Happen…, forte sale il rimando ai Pearl Jam. Lo continui ad ascoltare, perchè in fondo ti piace, e vedi che ci ritrovi anche qualcosa di Dave Matthews, degli ultimi Gomez (d’altronde How We Operate viene fuori proprio dalla sua etichetta) e della tradizione folk rock americana.
Le quattro canzoni dell’ep non sono proprio adatte alla ridente stagione estiva, piuttosto le definirei ottime soundtrack autunnali, prezioso supporto dopo l’ennesimo cuore infranto o utili compagne dentro un’uggiosa notte di novembre.

Buon ascolto!
http://theothersoundz.splinder.com/

Keep On

…Le cose succedono… succede ogni tanto di ascoltare un CD pieno di rabbia, ricco di ritmiche rock coinvolgenti e carico di atmosfere ipnotiche…succede ogni tanto… beh questa volta è proprio successo. Chi ascolterà questo lavoro dei BANDAGE non potrà non essere d’accordo con me. La melodia di BAGPIPES, l’intro rockettara e il tema di RADIOBREAKDOWN sono cose da non perdere.

Raccomando di non sforzarsi in paragoni con altre band ma di soffermarsi sull’originalità del CD, ottima miscela del repertorio dei BANDAGE.

Il mio parere su THINGS HAPPEN è: “Venti minuti di talento”.
Mr.TH

www.keepon.it

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